Situazione del settore immobiliare nella provincia di Modena

Male immobili industriali; meglio quelli commerciali

Nikolas Zampogna Cremonini

Raffaele Vosino

Il malato non è ancora guarito ma si sta intravedendo la via della guarigione. Questa potrebbe essere in metafora la situazione del settore immobiliare nella provincia di Modena, un trend negativo ma con recenti segnali di lieve ripresa che inducono i rappresentanti del settore a guardare al domani con discreto ottimismo, fiduciosi che il peggio sia alle spalle. Difficile individuare un settore industriale più propenso all’acquisto di altri ma qualcosa sta iniziando a muoversi, le trattative tornano sui banchi degli agenti e, seppur lentamente, i meccanismi stanno ritrovando gli ingranaggi  giusti. Modena Industria ha intervistato il presidente di Fimaa Confcommercio Modena  per capire quale sia esattamente lo stato di salute del settore.

Raffaele Vosino, presidente di Fimaa Confcommercio:

Ci può aggiornare sul trend degli ultimi tre anni di compra vendite e affitti?
“Gli ultimi tre anni del mercato immobiliare nel modenese hanno subito l’andamento non favorevole dell’economia in generale. Il lato positivo è da ricercare nella ripresa del numero di trattative che giungono sul tavolo delle agenzie e che tendono, un pò che negli ultimi anni, a tradursi in scambi. Va detto che parlare di un incremento degli scambi non significa avere come conseguenza un rialzo dei prezzi. Al contrario, si parla di repricing: l’aumento delle trattative avviene proprio perchè il mercato registra un riavvicinamento tra le richieste di chi vende e la disponibilità di chi si pone alla ricerca di un’ abitazione o anche di un ufficio, di un capannone o di un negozio. Le aspettative per il 2014 sono da guardare con una prudente fiducia nella possibilità che tutto il sistema economico riprenda vigore, perchè è da un benessere generale che il settore immobiliare può trarre la forza per riprendersi. Vedremo se le tanto auspicate riforme interverranno a dare un pò di ossigeno al nostro paese”.

Chi prende in locazione o in affitto oggi di quale attività fa parte?
“Orientativamente potremmo riferirci a quei settori che si rivolgono ai mercati esteri e meno a quello interno. Ma in considerazione della difficoltà che incontra il credito e dell’incertezza che comunque regna ancora, non solo in Italia, sull’andamento dei mercati, gli investimenti rimangono decisioni difficili da parte degli imprenditori. Ragion per cui individuare un settore che emerge sugli altri sarebbe in questo momento un azzardo. Rimanendo in tema aziendale, un certo movimento sui capannoni deriva anche dalle delocalizzazioni conseguenti al terremoto che ha colpito la Bassa modenese. Resta da vedere se a queste si affiancherà una consistente domanda di diversa proveniente”.

I centri commerciali hanno danneggiato i proprietari dei locali posti in città?
“È assodato che ormai le periferie hanno sui centri delle città il vantaggio pratico di essere facilmente raggiungibili, soprattutto nei centri commerciali. Ma,  con l’eccezione di bar, ristoranti e tabaccherie, anche in queste zone il mercato degli immobili commerciali incontra difficoltà. Sia nei centri storici che nelle periferie si registrano forti cali nelle vendite. Il fascino del centro rimane ma i problemi sono tanti”.

Comprano solo gli stranieri o ancora è alta la percentuale italiana?
“Sinceramente non direi che siano in maggioranza gli stranieri ad alimentare la domanda di immobili destinati al commercio. Non è raro però che, nei centri storici, ad imprese locali si sostituiscano gestori stranieri, specialmente di origine asiatica”.